"Un indovino mi disse"

di Tiziano Terzani

Tea libri, 2018

«Attento! Nel 1993 corri un gran rischio di morire. In quell’anno non volare. Non volare mai».
«Fu una splendida decisione e l'anno 1993 è finito per essere uno dei più straordinari che io abbia passato: avrei dovuto morire e sono rinato».

Copertina di Un indovino mi disse


SINOSSI

Nella primavera del 1976 un vecchio indovino cinese avverte Terzani: «Attento! Nel 1993 corri un gran rischio di morire. In quell'anno non volare. Non volare mai». Dopo tanti anni il grande giornalista non dimentica la profezia, ma anzi la trasforma in un'occasione per guardare al mondo con occhi nuovi: decide infatti di non prendere aerei per un anno, senza tuttavia rinunciare al suo mestiere di corrispondente. Il 1993 diventa così un anno molto particolare di una vita già tanto straordinaria: spostandosi in treno, in nave, in auto, e talvolta anche a piedi, Terzani si trova a osservare paesi e persone della sua amata Asia da una prospettiva nuova, e spesso ignorata.

Dopo oltre vent'anni di «viaggio» e oltre un milione di copie vendute, lette, rilette, prestate e regalate, "Un indovino mi disse" continua a parlarci con voce sempre nuova e avvincente.


AUTORE

Tiziano Terzani (Firenze, 14 settembre 1938 – Orsigna, 28 luglio 2004) è stato un giornalista e scrittore italiano.
Profondo conoscitore del continente asiatico, vi approdò per la prima volta nel 1965, inviato dall'Olivetti. Dapprima (1972) corrispondente da Singapore per Der Spiegel, Terzani collaborò con diversi giornali, tra cui Il Giorno, l'Espresso, La Repubblica, Il Messaggero e il Corriere della Sera, assistendo alle fasi cruciali della guerra in Vietnam (dalla cui esperienza nacque il suo primo libro: Pelle di leopardo, 1973) e alla presa del potere da parte dei comunisti (su cui incentrò Giai Phong! La liberazione di Saigon, 1976).

Dal 1980 al 1984 visse a Pechino fino al momento dell’espulsione per attività controrivoluzionarie: esperienza che ispirò La porta proibita (1984).
Dal 1985 al 1990 visse a Tokyo e in seguito a Bangkok, finché nel 1994 si trasferì a Delhi, ritirandosi dalla professione nel 1996; l’anno seguente si aggiudicò il premio Luigi Barzini all'inviato speciale. Tra gli altri libri, vanno ricordati: Holocaust in Kambodscha (con A. Barth e A. Rashatasuvan, 1981); Buonanotte, signor Lenin! (1992); Un indovino mi disse (1995);In Asia (1998); Lettere contro la guerra (2002); Un altro giro di giostra. Viaggio nel male e nel bene del nostro tempo (2004). Pubblicati postumi: La fine è il mio inizio (2006), conversazione biografica curata dal figlio Folco Terzani; Fantasmi. Dispacci dalla Cambogia (2008), raccolta di reportage dall’Indocina curata dalla moglie Angela Staude; Un mondo che non esiste più (2010), album che illustra trenta anni di viaggi in Asia con immagini selezionate dal figlio.
Nel 2011 sono stati pubblicati i due volumi dell’opera omnia Tutte le opere 1966-1992 e 1993-2004 curati da Àlen Loreti e il memoir Il mio fratellone Tiziano Terzani, scritto da Alberto De Maio e da Dino Satriano. Nel 2014, nel decennale della scomparsa, è stata pubblicata un'ampia scelta di appunti inediti che Terzani scrisse dal 1981, Un'idea di destino. Diari di una vita straordinaria.

Foto di Tiziano Terzani

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